TITOLO: "L'Assassino di Corte"
AUTRICE: Robin Hobb
CASA EDITRICE: Fanucci Editore
Con grandissima goia ho finalmente letto il secondo volume della trilogia dei Lungavista, di cui vi ricordo brevemente l'ordine di lettura:
1. L'Apprendista Assassino
2. L' Assassino di Corte
3. Il viaggio dell'Assassino
⚔️🦌⚔️
Dopo questa lettura, ormai ho la certezza che la Hobb meriti davvero molto di più. Mi chiedo perché non sia più presente nello scenario Fantasy italiano dato che è stata accostata al grandissimo Tolkien e vi giuro che se avete letto qualcosa di quest'ultimo, vi renderete conto di quanto è vero!
Parlando del libro in sé, posso confermare la sua straordinaria capacità di tenere incollati alle pagine e se nel primo abbiamo imparato a conoscere Fitz e tutti gli altri personaggi, assieme alle problematiche che flagellano i Regni dei Sei Ducati, in particolare il Regno di Castel Cervo, ora siamo nel pieno dell'azione.
Fitz ha compiuto la sua prima missione di assassino del Re, la quale si è rivelata una vera impresa, ha rischiato la sua vita e sa bene che più andrà avanti e sarà sempre più difficile per lui. Lo abbiamo lasciato ancora ragazzino, ma in questo libro diventa un uomo, guardando in faccia la dura realtà della sua esistenza e finalmente capirà di chi si può fidare.
Ciò che mi colpisce sempre di più sono senza dubbio i personaggi, i quali sono così perfetti nella loro imperfezione da essere fin troppo reali! La Hobb riesce a creare un legame così profondo con il lettore che in ogni momento noi siamo mentalmente e sentimentalmente connessi con essi, primo fra tutti Fitz, dato che la narrazione proviene dalle sue parole e dalle sue memorie in un futuro lontano.
In secondo luogo, vi è l'abilità descrittiva dei luoghi, del sentimenti umani, del legame particolare che Fitz ha con gli animali, di ogni elemento che può esserci utile ad immergerci ancora di più nella storia, e vi assicuro che nulla viene lasciato al caso!
Inoltre, ciò che secondo me rende il tutto ancora più complesso, ma allo stesso tempo interessante, è la dualità degli elementi negativi: i quali per Fitz sono sia all'interno della Corte dove vive che lo costringono continuamente a guardarsi le spalle, assiemrle alla presenza del Nemico all'esterno, il quale mette in pericolo la vita di tutti perché le Navi Rosse dei pirati portano con sé solo distruzione e qualcosa di molto peggiore della morte.
Infatti, Fitz è un personaggio che spinge il lettore a domandarsi se sia giusto che tutte queste avversità e crudeltà si concentrino su una singola persona, la cui colpa è solo quella di esistere.
Bisogna essere consapevoli che una sfumatura drammatica lo accompagnerà sempre, e soprattutto in questo libro, ho sofferto tantissimo con lui.
Inoltre qua abbiamo Occhi-di-Notte... come si fa ad amare un lupacchiotto come lui?! Il quale salverà Fitz in ogni modo possibile, dopo che Fitz stesso gli darà l'opportunità di avere una vita, uno scopo e un futuro.🐺
Potrei parlare per ore anche di Burrich, del Matto, di Kettricken, di Molly, di Veritas, di Regal... ovvero di tutti personaggi che mi sono entrati di prepotenza nel cuore, oppure, al contrario, che ho odiato fino alla nausea. Ma purtroppo non posso, l'unica cosa che posso fare è incuriosirvi e fare in modo che possiate dare un'occasione a questa trilogia così da poter comprendere e condividere tutto il mio amore per essa. 🥺❤️
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